
Tutto ciò che tocca si trasforma in oro
Di Justin Marchand
Seduto al suo secondo tavolo finale nelle World Series of Poker 2007, Phil Hellmuth è protagonista di un copione che conosce a memoria. Con i blind a $15.000-$30.000, rilancia fino a $90.000, restando con soli $170.000. Gioca con le poche chips arancioni e viola che ha davanti sotto i riflettori del tavolo finale e aspetta di vedere la reazione degli avversari. Ha lottato duro, come ha fatto per anni e anni, per arrivare fin qui. È lo short stack del tavolo e gli avversari hanno visto nei suoi rilanci un invito a infierire contro la leggenda con una raffica di controrilanci e all-in. È una guerra che Phil ha già combattuto molte volte, ma questa volta il vincitore non sarà lui. La settimana prima, però, si è svolta un’altra battaglia a un altro tavolo finale. E in questa battaglia ha dominato, sconfiggendo 2.627 rivali nel torneo di no-limit hold’em da $1.500 e conquistando il suo undicesimo braccialetto alle WSOP: record assoluto!
Dopo il suo rilancio, il decimo in altrettanti giri, un altro giocatore, la metà degli anni di Phil, tappezzato di loghi di una poker room, annuncia un controrilancio e piazza al centro del tavolo chips sufficienti per mettere Hellmuth all-in. Ecco il momento del “Poker Brat”: inizia lo show di Phil. Grida. Agita violentemente le mani come se stesse estirpando l’ultimo respiro da un nemico immaginario. Si allontana dal tavolo e inizia a mordicchiare gli occhiali da sole. Mentre le telecamere lo seguono sugli spalti, Phil esclama, “Cosa mi hanno fatto oggi… non hanno idea di cosa mi abbiano fatto… Mi hanno fatto di tutto… Non c’è più rispetto”. Lo show continua per oltre cinque minuti prima che Phil prenda le sue carte e le getti via. Un altro giocatore ha avuto la meglio a questo tavolo finale. Nel giro di un anno, molto probabilmente, ci saremo dimenticati del suo nome. Ma non abbiamo dubbi su chi sia stato il vero protagonista di quel giorno, di quel tavolo, su chi abbia monopolizzato l’attenzione dei media e degli appassionati.
Phil Hellmuth è qualcosa di più che un semplice giocatore. È un simbolo. È divertimento allo stato puro. E, tanto per chi lo ama quanto per chi lo odia, è il miglior talento che mai si sia visto nei tornei di no-limit hold’em.
È il campione che è riuscito ad accumulare la più impressionante serie di successi in questo gioco.
I suoi 11 braccialetti alle WSOP, i 39 tavoli finali (record condiviso con T.J. Cloutier) e i 60 piazzamenti a soldi, segni inequivocabili di una continuità senza pari, sono i marchi di fabbrica di Phil Hellmuth.
L’obiettivo dichiarato della carriera di Phil Hellmuth è confermarsi il miglior giocatore di poker di tutti i tempi.
Se mettiamo insieme questa passione con i risultati senza eguali, l’atteggiamento sempre guascone e un inimitabile fiuto per il successo, il risultato non può essere altro che il giocatore, la leggenda vivente del poker e l’enigma Phil Hellmuth.
Card Player ha incontrato Hellmuth alle World Series per scoprire cosa ha in serbo il futuro per l’uomo, il mito, la leggenda.
Justin Marchand: Innanzitutto, congratulazioni per essere diventato il primo giocatore a vincere 11 braccialetti alle WSOP. Chiunque abbia seguito il tavolo finale concorda sul fatto che il tuo dominio sia stato totale, incontrastato. Come hai fatto?
Phil Hellmuth: La mia famiglia era a Las Vegas, il numero di avversari era altissimo e all’inizio stavo giocando in maniera molto aggressiva, pensando che, se fossi stato eliminato, non sarebbe stato un grande problema: sarei potuto andare a vedermi qualche spettacolo o a fare qualcos’altro. Ho vinto un grosso piatto con due 10 in un coinflip contro A-K. Durante la pausa per la cena, mi sono fatto fare un lungo massaggio. Avere la mia famiglia vicina mi trasmetteva una fortissima energia. Il ricordo successivo risale alle 2 di notte, quando ero già arrivato a soldi. Il giorno successivo i miei familiari sono partiti. Intorno alle 4 di pomeriggio è stato l’unico momento in tutto il torneo in cui mi sono trovato all-in. Ho vinto il piatto, dopodiché ho avuto fortuna in una mano in cui avevo in ballo il 50% delle mie chips con 10♣ 9♣ contro K-K e ho fatto doppia coppia. Nel complesso, il secondo giorno è stato abbastanza tranquillo, fino al momento in cui siamo rimasti in 27. Mi sono ritrovato con $150.000, una cifra sotto la media. Di big blind, mi sono ritrovato in mano A-K. Il giocatore di bottone ha rilanciato fino a $25.000 e io ho controrilanciato fino a $100.000. Lui ha chiamato con una coppia di sette. Un altro coninflip: se avessi perso, mi sarei ritrovato con soli $50.000. Invece ho vinto e da lì sono riuscito ad accumulare chips fino a $1.500.000. Il terzo giorno mia moglie era in città per assistere al tavolo finale. Scoprii che saremmo stati “sequestrati”, quindi ho detto ai miei genitori di non venire, perché non avrebbero potuto seguire il tavolo finale. Onestamente, devo ammettere che il sequestro è stato un’esperienza piacevole. Morgan (Machina) e sua moglie Adrian erano amici di vecchia data, ai tempi di Madison, nel Wisconsin, e Morgan era al tavolo finale. Abbiamo riallacciato i rapporti e riscoperto una vera amicizia. Durante la prima ora ho avuto un atteggiamento un po’ troppo scontroso. Morgan ha detto: “Ehi, siamo sequestrati, vogliamo del sushi.” All’Harrah’s non sapevano cosa fare. Dopo quel momento l’atmosfera è diventata decisamente più gradevole. Anche Rich Fuller era presente, ed è stato grande. È stato il tavolo finale migliore al quale sia mai stato.
JM: Ti ho sentito commentare che questo è stato anche il tavolo finale più facile al quale tu sia mai stato. Perché?
PH: Quando dico che questo è stato il tavolo finale più facile al quale abbia mai vinto, intendo dire soltanto che ho continuato ad accumulare chips costantemente e senza troppi rischi. Sono stato paziente e ho avuto le mani giuste al momento giusto. È stato molto diverso dal tavolo finale di ieri (quando Phil andava a caccia del dodicesimo braccialetto), in cui ogni volta che avevo una buona mano e rilanciavo arrivava puntualmente un controrilancio. Ripensandoci, molti fattori lasciavano presagire che sarebbe arrivata la vittoria numero 11. Era l’11 giugno. Avevo promesso il braccialetto a mia sorella Molly, che è nata l’11/11/71. Era come se ci fosse una forza arcana a spingermi verso il successo.
JM: Tu, Chan e Brunson siete in vetta alla classifica dei braccialetti vinti alle WSOP. Cosa avete in comune come giocatori?
PH: Ci sono molte, molte analogie. Abbiamo tutti mogli e figli da molto tempo. Nessuno di noi usa droghe. Nessuno di noi beve in maniera esagerata. Tutti ci alleniamo e cerchiamo di mantenere una buona forma fisica. Abbiamo tutti attività al di fuori del mondo del poker, attività di successo.
Tutti giochiamo da almeno 20 anni, anche se il record in fatto di anzianità spetta ovviamente a Doyle! Abbiamo vinto tutti braccialetti nell’arco di tre decenni. Credo che tutti amiamo ridere, e che tutti tendiamo a lamentarci un po’ troppo: io sono l’unico Poker Brat, ma Doyle è un brontolone leggendario. Andiamo estremamente d’accordo fra di noi e posso dire in tutta onestà che facciamo il tifo l’uno per l’altro, nonostante tutti ambiamo ad avere il record per il numero di braccialetti vinti. Siamo tutti consapevoli che, quando uno di noi tre vince, è un bene anche per gli altri due. A tutti e tre piace giocare d’azzardo anche al di fuori del poker tradizionale: bowling, poker cinese, golf o biliardo. Infine, tutti e tre amiamo profondamente la vita.
JM: Ogni evento delle WSOP presenta una nuova generazione di avversari che si sono fatti le ossa su Internet. Come sono cambiati il tuo approccio al gioco e la tua strategia per avere la meglio contro di loro?
PH: Ci sono molti giocatori estremamente aggressivi. E, quando ci sono ante e blind, i giocatori provenienti dall’online cercano di rubare ogni piatto. Ma io sono lo sceriffo e, quando esagerano, li multo per eccesso di aggressività: li attiro in trappola quando ho in mano un punto forte, oppure piazzo un massiccio controrilancio e mi porto a casa i soldi che hanno puntato per cercare di rubare il piatto, più i blind e gli ante. Questi giocatori rendono la mia vita più facile, non più difficile. Posso anche giocare super-chiuso e, quando mi ritrovo con una overpair, una top pair o un tris sono sicuro che cercheranno di bluffarmi contro.
JM: Sei riuscito a diventare la macchina da soldi più potente del mondo del poker. Dopo aver vinto l’undicesimo braccialetto, hai dichiarato su Card Player TV che questo ti sarebbe valso 10 milioni di dollari. Come hai fatto a trasformare il tuo successo nel poker in opportunità di guadagno lontano dal tavolo verde, e su quali progetti stai lavorando in questo momento?
PH: Le grandi società americane stanno scendendo in campo. Kentucky Fried Chicken voleva girare uno spot con me come testimonial, ma il denaro non era abbastanza, quindi ho rifiutato. Al momento possiedo quote in diverse attività (nota del redattore: Phil Hellmuth ha una piccola quota di Card Player.) Il mio gioco per cellulari con Oasis Mobile ha 958.000 utenti negli Stati Uniti. PC World ha appena pubblicato un elenco di 25 società da tenere d’occhio; una di queste è Splash Cast Media. Ho una partecipazione in questa società, che ha appena raggiunto un accordo con Facebook. Ti permette di avere la tua emittente televisiva su Internet. Io vado su You Tube e scarico i contenuti e chiunque voglia il canale di Phil Hellmuth sul proprio sito web può averlo… e io posso vendere pubblicità. È questo che mi esalta, perché la società potrebbe valere 2 o 3 miliardi di dollari. È divertente, all’avanguardia e molto cool. Abbiamo anche lanciato il drink energetico Pro Player. Ne bevo uno al giorno. Mi aiuta a mantenere la concentrazione. La prima volta che l’ho usato in un torneo è stato nel World Poker Tour Championship del 2007. Sono stato chip leader per tre giorni. Stiamo lanciando il Phil Hellmuth Fan Club su Clubhellmuth.com, dove la gente può acquistare l’abbigliamento di Phil Hellmuth a un prezzo scontato e trovare ottimi contenuti sul poker. Una volta ogni due mesi mi collego per un’ora e offro consigli sulla strategia del gioco. Questa ora vale un mucchio di soldi. La registrazione costa $3,99 al mese. Non mi stupirei se entro la fine dell’anno riuscissimo a raggiungere 100.000 membri. Inoltre, quest’anno sarà pubblicato un gioco sul poker per PlayStation, Xbox e tutte le altre piattaforme. È il gioco delle WSOP e conquisteremo una quota di mercato del 100%. Saranno prodotte un milione di unità, con un ottimo posizionamento presso Wal-Mart, Best Buy e molti altri negozi. Dovrebbe essere disponibile dal primo settembre. Il protagonista del gioco sono io, e ci sarà una modalità Poker Brat, dove è possibile sfidarmi in un testa a testa. La modalità Poker Brat sarà spettacolare. Utilizzerò tutte le mie frasi più celebri, come: “Se non fosse per la fortuna, li batterei tutti”.
JM: Sei coinvolto in numerose iniziative dedicate alla strategia e all’insegnamento. Parlaci del tuo corso Ultimate White to Black Belt.
PH: È il miglior corso di poker esistente. È possibile vedere la pubblicità all’indirizzo www.philsecrets.com. Dura quattro ore e mezza in formato video MP4. Lo puoi vedere sul tuo iPod, sul cellulare, sul computer, o dove preferisci. Parlo di aspetti della strategia che non ho mai trattato in precedenza. Quando parlo di strategia a livello cintura bianca, i contenuti sono gli stessi che si possono trovare nel mio Million Dollar Poker System. Quindi ciò che viene presentato per le prime cinque o sei cinture è già stato pubblicato nei miei libri e DVD. Si tratta di una strategia che funziona e che mi ha fatto guadagnare una montagna di soldi. Le ultime cinture presentano informazioni delle quali non ho mai parlato prima.
JM: Illustraci una di queste lezioni avanzate. Hai menzionato il fatto che questo corso tratta alcune strategie per il tavolo finale che non hai mai condiviso in precedenza.
PH: In uno dei corsi del livello cintura nera, parlo di come giocheresti se fossi onnisciente, come se avessi dei poteri paranormali che ti permettessero di conoscere le mani di tutti i giocatori presenti al tavolo. Questo è ciò che tutti sogniamo: conoscere le carte dei propri avversari. Per alcuni questo corso vale solo $150, per altri vale migliaia di dollari, per altri ancora può valerne centinaia di migliaia e per alcuni, te lo garantisco, vale milioni.
JM: Sei maestro nell’arte di attirare la luce dei riflettori. L’hai fatto per tutta la vita. Ripercorrendo la tua carriera, quali sono i momenti che maggiormente caratterizzano il tuo personaggio ?
PH: Uno dei momenti che più mi piacciono è quando ho affermato: “Se non fosse per la fortuna, li batterai tutti”. Un altro è quando ho detto: “So come schivare i proiettili, baby”. Avevo A-K e un avversario aveva due assi. Avevo subito rilanci e controrilanci per due ore consecutive. Ero deciso ad andare all-in se qualcuno avesse controrilanciato anche in questa mano. Ma poi nella mia testa è suonato un campanello d’allarme. Ho pensato: “Beh, potrei sbagliarmi” e mi sono limitato a chiamare. Sul flop sono caduti A-4-4. Ho fatto check e lo stesso ha fatto il mio avversario. Sul turn è arrivata una Q. Ho fatto check. Lui ha puntato $10.000 e io ho pensato che avesse full d’assi o full di donne. Ho gettato le carte facendole vedere. La gente al tavolo era incredula. Il mio avversario mi ha mostrato i suoi due assi. Era il primo giorno del main event delle WSOP del 2005. Scott Fischman e altri grandi giocatori mi hanno detto che era stato il miglior laydown che avessero mai visto.
JM: Nel 2007 sarai introdotto nella Poker Hall of Fame. Come ci si sente?
PH: Beh, è come quando ho scoperto che sarei stato il protagonista di un videogioco. C’era una parte di me che mi suggeriva che questo momento sarebbe arrivato. Ma un’altra parte si chiedeva perché non fosse successo due anni fa. Quando ho scoperto che sarei entrato nella Hall of Fame, c’era una parte di me che diceva: “Non posso credere che ci sia voluto così tanto tempo”. Volevo essere il più giovane giocatore ad aver ricevuto questo riconoscimento. Dopo tutto, sono il più giovane che abbia mai vinto il main evento il più giovane ad aver conquistato 10 braccialetti. Comunque ero molto più emozionato di quanto mi aspettassi. (nota del redattore: ora Phil ha 43 anni, quindi in realtà è il più giovane membro nella Hall of Famer. Chan aveva 45 anni quando vi entrò nel 2002).
JM: Molti sostengono che hai cambiato lo stile di gioco nei tornei di no-limit hold’em. Sei d’accordo? Se sì, in che senso?
PH: Ho rivoluzionato il gioco. Ecco un interessante parallelo: Gus Hansen ha iniziato a giocare a Parcheesi a soldi in Danimarca. Utilizzava tutte quelle mosse che nessuno aveva usato prima. Ridevano di lui, ma lui ha vinto una cifra fra 1 e 2 milioni di dollari. L’anno successivo, sono passati dal farsi beffe di lui al sostenere che quello fosse il modo giusto di giocare. La stessa cosa è accaduta per me con il no-limit. Tutti ridevano di me, del fatto che facessi delle puntate così piccole. Passiamo al 1992 e la metà dei giocatori facevano puntate piccole come le mie. Passiamo al 2007 e tutti parlano di come sia efficace giocare a poker adottando la strategia delle piccole puntate. Io sorrido, perché si tratta di qualcosa che io stesso ho introdotto nel mondo del poker.
JM: Cos’altro speri di ottenere nella tua carriera?
PH: Non ho alcuna intenzione di fermarmi a 11 braccialetti, 39 tavoli finali e 60 piazzamenti a soldi alle World Series. Vorrei vincere almeno altri 13 braccialetti. Ventiquattro braccialetti sono stati il mio obiettivo fin dal 1993. È un numero del quale sono innamorato. Oltre a questo, devo iniziare a vincere qualche torneo del World Poker Tour. Quest’anno ho avuto qualche buona opportunità. Sarei dovuto arrivare al tavolo finale al WPT Championship. Il WPT Championship e l’NBC National Heads-Up Poker Championship sono gli unici tornei che voglio vincere ancor più che un braccialetto, a parte il main event delle WSOP, ovviamente. Ci sono alcuni eventi del WPT che ci terrei particolarmente a vincere: quello al Foxwoods, al Bicycle Casino e il main event al Commerce Casino. Voglio vincere anche la tappa del WPT del Bellagio da $15.000 e almeno un altro NBC National Heads-Up Poker Championship. Vorrei vedere i miei articoli su 100 giornali in 30 paesi diversi. Voglio avere un milione di persone nel mio fan club, voglio che il film Poker Brat diventi realtà nel 2007 e voglio vedere Iovation diventare una società da 10 miliardi di dollari entro il 2010. Voglio continuare a essere il miglior padre e il miglior marito possibile. Anche se sono nella fase discendete della mia carriera di padre, dato che i miei ragazzi hanno 13 e 16 anni, vorrei essere un buon padre per almeno altri cinque anni.
Phil confessa di avere un milione di altri sogni ancora da realizzare. Card Player aveva un’infinità di altre domande per lui sui suoi successi, le sue strategie e la sua celebre modalità Poker Brat. Purtroppo, con la sua lunga lista di impegni, Hellmuth ha dovuto lasciarci e mettersi in marcia verso la conquista di nuovi braccialetti e il raggiungimento di nuovi traguardi nel mondo degli affari. ♠
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